Le semiotiche testuali e le ermeneutiche contemporanee viaggiano ancora lungo le linee di forza tracciate da Agostino.
Umberto Eco
“Secondo te, quando parliamo, che cosa intendiamo fare?” A partire da questa domanda fondamentale inizia il Maestro, uno scritto in forma di dialogo, acuto e incalzante, composto da Agostino nel 389-390, all’epoca della sua conversione al cristianesimo. Si tratta di una riflessione sul senso e sulla funzione del linguaggio, che anticipa con grande lucidità alcune tra le più importanti tematiche della filosofi a del Novecento. Riprendendo e rielaborando posizioni di origine stoica, tra cui la distinzione tra significante e significato, Agostino riconosce che nulla può essere insegnato senza ricorrere a segni; tuttavia, per comprendere il significato di un segno e necessario un processo interpretativo.
Proprio da questa riflessione Agostino può osservare come per ogni conoscenza sia centrale il ruolo della fede, e come l’uomo disponga di una luce interiore di verità: il maestro interiore in ognuno di noi.
Di SANT’AGOSTINO (Tagaste, 354 ? Ippona, 430) la BUR ha pubblicato: Le confessioni.
MASSIMO PARODI insegna Storia della filosofi a medioevale all’Università di Milano.
| Editore | Bur |
| Prezzo | 10,00 € |
| Pagine | 154 |
| Formato | 11 x 17 cm |
| Data di uscita | 15/05/1996 |
| ISBN cartaceo | 9788817171175 |