Pubblicati nel 1903, i Canti di Castelvecchio segnano il momento in cui la poesia di Giovanni Pascoli, dopo Myricae, assume il respiro di una meditazione sulla vita e sulla memoria. Castelvecchio non è solo il luogo dove il poeta si ritira con la sorella Maria, ma diventa il laboratorio in cui il quotidiano si carica di simboli, la voce degli uccelli si trasforma in linguaggio poetico e il lutto familiare trova nella parola una forma di consolazione. Dal dolore per la perdita nasce un tessuto di immagini che trasfigura il ricordo in mito e dilata il paesaggio della Garfagnana fino a toccare le vertigini del cosmo. In questo intreccio tra esperienza personale e interrogazione universale si riconosce tutta la modernità di Pascoli, «il più europeo dei nostri poeti della fine del secolo» (Giaime Pintor).
| Prezzo | 12,50 € |
| Pagine | 768 |
| Data di uscita | 04/11/2025 |
| ISBN cartaceo | 9788817193078 |
Icanti degli uccelli nel bosco, un volo di passero, una foglia che cade, la musica degli astri lontani, le misteriose voci notturne, voci di fiumi, dei morti, dell’invisibile: suoni e silenzi della natura quelli che Pascoli raccoglie nei Canti di Castelvecchio, il suo libro più complesso. Come scriveva Pascoli stesso in una lettera del 1902: “C’è, vedrai, nei Canti, un ordine latente, che non devi rivelare: prima emozioni, sensazioni, affetti d’inverno, poi di primavera, poi d’estate, poi d’autunno, poi ancora un po’ di inverno mistico, poi un po’ di primavera triste, e finis”. L’ordine di successione dell’anno agricolo rientra nella concezione pascoliana, classica e decadente insieme, dell’eterno rinnovarsi della natura. La cornice, il piano della raccolta, costituisce dunque una chiave di lettura e segna una frattura, un salto di qualità rispetto alle giovanili “tamerici” di Myricae.
| Editore | Bur |
| Prezzo | 0,99 € |
| Pagine | 448 |
| Data di uscita | 25/11/2010 |
| ISBN ebook | 9788858614723 |
Icanti degli uccelli nel bosco, un volo di passero, una foglia che cade, la musica degli astri lontani, le misteriose voci notturne, voci di fiumi, dei morti, dell’invisibile: suoni e silenzi della natura quelli che Pascoli raccoglie nei Canti di Castelvecchio, il suo libro più complesso. Come scriveva Pascoli stesso in una lettera del 1902: “C’è, vedrai, nei Canti, un ordine latente, che non devi rivelare: prima emozioni, sensazioni, affetti d’inverno, poi di primavera, poi d’estate, poi d’autunno, poi ancora un po’ di inverno mistico, poi un po’ di primavera triste, e finis”. L’ordine di successione dell’anno agricolo rientra nella concezione pascoliana, classica e decadente insieme, dell’eterno rinnovarsi della natura. La cornice, il piano della raccolta, costituisce dunque una chiave di lettura e segna una frattura, un salto di qualità rispetto alle giovanili “tamerici” di Myricae.
| Editore | Bur |
| Prezzo | 11,50 € |
| Pagine | 448 |
| Formato | 10,9 x 17,8 cm |
| Data di uscita | 02/12/1982 |
| ISBN cartaceo | 9788817124034 |