Silvio Pellico fu amico di Foscolo e Manzoni, e direttore della rivista “Il Conciliatore”. Compromesso da una lettera scritta al fratello, fu arrestato per carboneria nel 1820 e condannato a quindici anni di reclusione. Soggiornerà nel carcere di Santa Margherita e poi, nel corso degli anni, ai Piombi e allo Spielberg. Graziato nel 1830, si ritirò dalla politica attiva per dedicarsi esclusivamente alla letteratura. In questi ultimi anni vide la luce Le mie prigioni che, insieme ai Doveri degli uomini e alla tragedia Francesca da Rimini, costituisce la sua opera maggiore.
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