Massimo d’Azeglio 1798 – 1866 Nato da nobile famiglia torinese e avviato malvolentieri alla carriera militare del padre, si dà ben resto a un’esistenza dissoluta. Ma di colpo, nel 1820, cambia vita: abbandona l’esercito e si dedica completamente alla pittura, alla letteratura e alla politica. Diventa presidente del Consiglio nel 1849, in uno dei momenti più drammatici della storia italiana, e vi resta fino al 1852, quando cederà il suo posto a Cavour e si ritirerà a vita privata. La sua storia è narrata ne I miei ricordi, ma la sua opera capitale resta Ettore Fieramosca, con la quale, sono parole sue, intendeva “mettere un po’ di fuoco in corpo agl’italiani”.
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Scolpiti sulla pietra, indelebili nella memoria, nei secoli e nei millenni i dieci comandamenti hanno ispirato il pensiero religioso e filosofico, la...