L’ambizione di Shelley era di fondere nella sua poesia le cosmologie e cosmogonie arcaiche, affermandosi il “riconosciuto legislatore del mondo”, come erano stati Orfeo e Pindaro. Il verso o la parola isolati lo urtano. Ogni parola deve gettare onde e suoni attorno a sé. Riempire periodi sempre più vasti, sintassi sempre più gonfie, adornarsi di cascate di aggettivi. Egli vuole abbracciare tutte le forme che pensano e vivono, tutto il possibile, tutto l’immaginabile. La meta è l’unione dell’amore e della morte nell’estasi. In questa antologia shelleyana, Giuseppe Conte ha tradotto ampi e significativi passi del Prometeo liberato e dei poemetti più lunghi, e una scelta delle poesie migliori disponendo i testi in due parti e secondo un criterio cronologico.
PERCY BYSSHE SHELLEY (1792-1822) è uno dei poeti più rappresentativi dello spirito del Romanticismo inglese. Oltre alle opere di carattere politico (La regina Mab, 1813; Prometeo liberato, 1820) è autore di numerose liriche tra cui Ode al vento di ponente (1820) e l’elegia Adonais dedicata a Keats.
GIUSEPPE CONTE è poeta, scrittore, saggista e traduttore. Con la raccolta poetica Le Stagioni (1988) ha vinto il Premio Montale. Tra le sue opere ricordiamo Canti d’Oriente e d’Occidente (1997).
| Editore | Bur |
| Prezzo | 8,00 € |
| Pagine | 320 |
| Formato | 10 x 17 cm |
| Data di uscita | 24/02/1989 |
| ISBN cartaceo | 9788817166980 |