(1852-1935), romanziere e saggista, fu uno dei “personaggi scomodi” della letteratura francese tra Ottocento e Novecento per le sue prese di posizione decisamente controcorrente rispetto alle tendenze naturalistiche di Zola, e in genere alle teorie filosofiche e scientifiche di fine secolo, alle quali rimproverava il voler ridurre la vita spirituale in chiave deterministica, privandola della tensione alla libertà che le è propria. Ciò gli valse una fama di conservatorismo che ha finito per impedire un giudizio critico obiettivo sulla sua produzione letteraria, che pure gli diede notevole fama.
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