Che voi siate astrofili, astronomi o appassionati di astrologia, scopriremo insieme che c’è ancora molto da sapere sul pianeta Urano.
Urano porta il nome del dio greco del cielo Urano, padre di Crono e nonno di Zeus.
È un pianeta gigantesco e tutto ghiacciato, è il settimo del sistema solare e il terzo più grande.
La sua atmosfera è composta da idrogeno, elio, metano, ammoniaca e acqua congelati.
Con i suoi ventisette satelliti e gli anelli sottili che lo cingono in un abbraccio gelido, Urano affascina gli scienziati tanto quanto ispira scrittori e sognatori.
Scoperto nel 1781 da William Herschel, è il pianeta più freddo del Sistema Solare, con temperature che scendono fino a -224°C, è noto per la sua inclinazione estrema: ruota su un fianco, come se fosse stato rovesciato da un antico impatto cosmico.
Le lune di Urano finora conosciute sono 15: Ariel, Belinda, Bianca, Cordelia, Cressida, Desdemona, Giulietta, Miranda, Oberon, Ofelia, Portia, Puck, Rosalind, Titania e Umbriel.
Prendono il nome dai personaggi delle opere di Shakespeare e Pope un dettaglio che rafforza ancora di più il legame tra scienza e immaginazione.
Le missioni spaziali finora hanno solo sfiorato Urano, con la sonda Voyager 2 che nel 1986 ha fornito le prime immagini ravvicinate del pianeta.
Eppure, il fascino di questo mondo remoto continua a spingere la NASA e altre agenzie spaziali a progettare nuove esplorazioni.
Cosa nasconde Urano sotto la sua densa coltre di nubi? Quali segreti celano i suoi anelli e le sue lune?
Forse un giorno avremo risposte più precise, ma nel frattempo Urano resta un territorio sospeso tra il ghiaccio della scienza e il fuoco della fantasia.
Nelle opere classiche, come l’Odissea di Omero o le Metamorfosi di Ovidio, gli astri erano spesso divinità o segnavano il destino degli uomini.
Nel Medioevo, questa concezione si è evoluta, trovando espressione in testi religiosi e filosofici, ma anche in capolavori letterari come la Divina Commedia di Dante Alighieri.
Il Sommo Poeta, seguendo il sistema cosmologico tolemaico, descrisse un universo in cui la Terra occupava il centro e tutti gli altri corpi celesti, compreso il Sole, le ruotavano attorno.
Nel suo viaggio ultraterreno, Dante citò i sette pianeti allora conosciuti, lo zodiaco, numerose costellazioni e stelle, attribuendo agli astri un ruolo nell’influenzare il carattere umano.
Sebbene oggi questo modello sia superato, la sua visione cosmica rimane un capolavoro di immaginazione e poesia.
Con l’avvento dell’età moderna, il progresso scientifico trasformò la percezione dell’universo e, di conseguenza, il modo in cui veniva raccontato nella letteratura.
Le nuove scoperte astronomiche ispirarono opere come i racconti di Cyrano de Bergerac e Somnium di Keplero, che anticiparono la fantascienza aprendo le porte a mondi alieni e viaggi interstellari.
Al tempo stesso, la letteratura contribuì alla divulgazione scientifica, aiutando il pubblico a comprendere e apprezzare le nuove teorie cosmologiche e le scoperte che avrebbero cambiato per sempre la nostra visione del cosmo.
Oggi un libro dolce e commovente ci fa viaggiare fino ad Urano e lo fa dipingendo scenari affascinanti che diventano razzi capaci di far superare il dolore di un addio.
Qualche giorno prima dell’inizio della scuola la mamma sviluppò una nuova ossessione. Fece comprare a papà un telescopio e ogni sera si ostinava a cercare Urano nel cielo, seguendo le indicazioni che trovava nei libri. -È nella costellazione dell’Ariete. Ci rimarrà fino al maggio del 2024. Poi passerà nella costellazione del Toro.- Per trovare Urano bisognava individuare Marte. Era la regola.
Il brano è tratto dal La Fabbricante di Stelle di Mélissa Da Costa, un libro in cui il Pianeta Urano diventa simbolo di connessione e meraviglia, che accompagnano i protagonisti in un viaggio emotivo e struggente.
Arthur ha solo cinque anni quando sua madre, Clarisse, gli racconta che presto dovrà partire per Urano.
Sarà lì, tra le ventisette lune, in un paesaggio abitato da lumache azzurre che si nutrono di niveo prezzemolo polare e alberi-cervo con campanelle sonore tra i rami, che lei disegnerà le stelle che illuminano l’universo.
Una storia di fantasia, un atto d’amore, una via per trasformare il dolore del distacco in una favola capace di far volare un bambino oltre la terribile realtà.
Da adulto Arthur comprenderà il significato di quel racconto: l’immaginazione è un modo per dare senso all’inaccettabile.
La storia di Clarisse e Arthur, evocativa e poetica, richiama il modo in cui la letteratura ha spesso utilizzato l’astronomia come sfondo per raccontare l’inspiegabile, il meraviglioso, l’ignoto.
Scienza e immaginazione non sono mondi opposti ma specchi che si riflettono l’uno nell’altro.
A tal proposito Einstein, in un’intervista del 1929 disse:
Ho quel che basta dell’artista per attingere liberamente alla mia immaginazione. L’immaginazione è più importante della conoscenza. La conoscenza è limitata. L’immaginazione comprende il mondo.
Urano è un pianeta che esiste davvero, con le sue tempeste, le sue lune e i suoi misteri, ma è anche il regno della possibilità, della meraviglia, dell’invenzione.
E forse, come per Arthur, la fantasia può aiutarci a guardare l’universo non solo con il rigore dell’astronomia, ma anche con lo stupore di un bambino che ascolta una favola.
… le nuvole su Urano erano di un bel verde acqua e a volte si posavano a terra per bere. Era uno spettacolo raro, assolutamente da non perdere.
Foche, pinguini, orsi, balene, volpi polari, trichechi... Partoriscono tutti nello stesso periodo. Durante la stagione delle nascite Urano si trasforma in una vera e propria nursery. Tutti che piangono, balbettano, tentano di camminare, vomitano. Dovresti vedere! Lassù dicono che è l’inizio di un ciclo e la fine di un altro. Quando arriverà la stagione delle nascite il Custode delle Meraviglie deporrà i pennelli e io prenderò il suo posto.
Forse il pianeta azzurro non ha realmente nuvole verdi, e i suoi anelli non cantano la ninna nanna a volpi, orsi, balene e pinguini, ma ad oggi nessuno può affermare che sia vero il contrario.