Quand’è che il termine sorellanza ha assunto il significato che ha oggi?
Quando il vincolo parentale è stato soppiantato da quel legame che del sangue ha solo il colore rosso e rappresenta oggi un filo sottile che unisce le donne nel loro percorso di emancipazione?
Il latino medievale usava il termine sororitas, mentre in italiano la parola sorellanza ha iniziato a guadagnare rilievo nel vocabolario a partire dalla seconda metà del XX secolo, soprattutto in connessione con i movimenti femministi degli anni ’60 e ’70.
Durante questo periodo, il concetto di sisterhood è stato tradotto e adattato come “sorellanza” per descrivere il legame di solidarietà tra donne impegnate nella lotta per i diritti civili, l’uguaglianza di genere e l’emancipazione.
In un mondo spesso frammentato da competizione e disuguaglianze, la sorellanza emerge come un antidoto prezioso, capace di trasformare vite e comunità.
La parola sorellanza istintivamente evoca un legame dal potere straordinario.
Frasi sul legame empatico tra le donne risuonano nei cortei dell’8 marzo, si trasformano in pietre rotolanti quando diventano hashtag, assumendo la forza dinamica di espressioni come #losapevamotutte, un grido collettivo che preannuncia il tragico copione della violenza sulle donne e del femminicidio che si ripete.
Ed è per questo che abbiamo voluto raccogliere alcune frasi che incarnano lo spirito di questo femminismo contemporaneo:
“Ogni volta che una donna lotta per se stessa, lotta per tutte le donne.”
Maya Angelou
“Non c’è limite a ciò che noi donne possiamo realizzare.”
Michelle Obama
“Aiutarsi l’una con l’altra, è parte della religione della sorellanza”
Louisa May Alcott
“Angélique ha scritto con la Bic la parola «Disincantate» su tre nastri rosa che le ragazze si sono legate al polso in segno di solidarietà. La solidarietà in questione consisteva principalmente nell’aiutarsi coi compiti, nel confermare una bugia occasionale a un genitore preoccupato che chiamava per sapere dove fosse sua figlia e nel condividere segreti, caramelle, spiccioli, cd, trucchi e vestiti”.
Marie Vareille
“Sarah non aveva la minima idea di cosa significasse il termine «solidarietà», ma suonava come una successione di note musicali, una scala piena di speranza di cui aveva davvero bisogno in quei tempi difficili”.
Marie Vareille
“La rivoluzione più grande è, in un paese, quella che cambia le donne e il loro sistema di vita. Non si può fare la rivoluzione senza le donne. Forse le donne sono fisicamente più deboli ma moralmente hanno una forza cento volte più grande.”
Oriana Fallaci
“Giuramento delle Disincantate: promettiamo di restare amiche nella vita e nella morte, nella buona e nella cattiva sorte, saremo solidali, qualunque sia la situazione, e ci sosterremo sempre. Siamo le Disincantate”.
Marie Vareille
“Il mio nome è diventato il grido di riconoscimento delle donne di tutto il mondo. È giunto il momento di avere gli stessi riconoscimenti degli uomini.”
Evita Peron
Alcune di queste frasi sono tratte da un libro pubblicato da Rizzoli Libri “Ti ricordi di Sarah Leroy?” di Marie Vareille, il romanzo sulla sorellanza, su quel legame tra donne che si chiude con un nodo, quello di un nastro rosa simbolo delle “Disincantate”, una parola che, come chiarito nel romanzo, forse ha poco o nulla a che fare con la disillusione:
«Ma “disincantate” non vuol dire quello! Vuol dire tipo “disilluse”» ha obiettato Angélique, tenendo il tempo della canzone.
«Significa quello che vogliamo noi… Non ci faremo mica imporre il significato delle parole!»
Il disincanto diventa la parola magica, supercalifragilistica, potente. Una rete a maglie strette che trattiene i segreti più oscuri e la solidarietà che salva dalle ingiustizie della vita.
Ambientato in un piccolo paese sulla Manica, il libro si svolge a cavallo tra gli anni ‘90 e i giorni d’oggi.
Sarah Leroy e Angélique Courtin si conoscono all’età di sette anni al cimitero di Bouville-sur-Mer, nel giorno del funerale della mamma di Sarah.
L’amicizia tra le due ragazze esplode e prosegue fin quando Sarah non entra in una nuova fase della sua vita. Il padre della ragazza si risposa e la famiglia di Sarah accoglie la matrigna e i suoi due fratelli.
Angélique intanto stringe nuove amicizie con due ragazze speciali con le quali creerà un vero e proprio patto di sorellanza.
Poi, un giorno di fine estate, Sarah misteriosamente scompare.
Dopo vent’anni, Fanny Courtin, giornalista e sorella di Angélique, parte da Parigi e torna a Bouville insieme alla figliastra Lilou, per partecipare al funerale della madre e per scrivere un reportage sulla storia di Sarah Leroy.
«Ma “disincantate” non vuol dire quello! Vuol dire tipo “disilluse”» ha obiettato Angélique, tenendo il tempo della canzone. «Significa quello che vogliamo noi... Non ci faremo mica imporre il significato delle parole!»
Il disincanto diventa la parola magica, supercalifragilistica, potente. Una rete a maglie strette che trattiene i segreti più oscuri e la solidarietà che salva dalle ingiustizie della vita.
Ambientato in un piccolo paese sulla Manica, il libro si svolge a cavallo tra gli anni ‘90 e i giorni d’oggi.
Sarah Leroy e Angélique Courtin si conoscono all’età di sette anni al cimitero di Bouville-sur-Mer, nel giorno del funerale della mamma di Sarah.
L’amicizia tra le due ragazze esplode e prosegue fin quando Sarah non entra in una nuova fase della sua vita. Il padre della ragazza si risposa e la famiglia di Sarah accoglie la matrigna e i suoi due fratelli.
Angélique intanto stringe nuove amicizie con due ragazze speciali con le quali creerà un vero e proprio patto di sorellanza.
Poi, un giorno di fine estate, Sarah misteriosamente scompare.
Dopo vent’anni, Fanny Courtin, giornalista e sorella di Angélique, parte da Parigi e torna a Bouville insieme alla figliastra Lilou, per partecipare al funerale della madre e per scrivere un reportage sulla storia di Sarah Leroy.
La sorellanza non è solo un valore astratto, ma così come accade nel libro è un principio che porta aiuto e cambiamento.
Quando le donne si uniscono, accadono cose straordinarie: nascono movimenti sociali, si abbattono barriere culturali e si costruiscono nuove opportunità.
Vivere la sorellanza significa essere consapevoli del potere delle connessioni tra donne.
La sorellanza può anche manifestarsi in piccoli gesti quotidiani, come un incoraggiamento in un momento difficile, un supporto emotivo, un sostegno morale che aiuti a contrastare le dinamiche imposte dal patriarcato, spingendo a uscire dal guscio della colpevolezza e a chiedere aiuto nei momenti di bisogno.
Ma l’impatto della sorellanza è anche profondamente personale. Sapere di avere una rete di donne su cui contare dà forza nei momenti di difficoltà e gioia nei momenti di successo.
Questo legame può trasformare l’insicurezza in fiducia e la solitudine in connessione.
Attraverso il sostegno reciproco, le donne possono non solo migliorare le proprie vite, ma anche contribuire a un cambiamento collettivo.
Iniziamo oggi leggendo e consigliando questo romanzo alle nostre amiche, alle nostre figlie, alle ragazze che hanno voglia di cambiare il mondo unendo le forze per costruire un futuro dove la solidarietà femminile non sia solo un ideale, ma una realtà vibrante e concreta e ricordando che quando le donne si tengono per mano, possono sollevare il mondo.