Tra il 1° settembre 1939, data di invasione tedesca della Polonia, e 2 settembre 1945 si articola la seconda guerra mondiale, il più devastante conflitto della storia che ha segnato profondamente il XX secolo.
Un periodo buio, scatenato dall’espansionismo nazifascista, che ha coinvolto l’Europa, l’Asia e il Pacifico e contrapposto le potenze dell’Asse agli Alleati, che non fu solo militare, segnato da ricerca e sviluppo di nuove armi e tecnologie, ma anche ideologico e genocidario, con l’Olocausto come tragedia simbolo della barbarie nazista.
La seconda guerra mondiale si concluse con la sconfitta dell’Asse, ma il suo epilogo, l’uso della bomba atomica da parte degli Stati Uniti su Hiroshima e Nagasaki, aprì l’era della Guerra Fredda, ridisegnando gli equilibri mondiali e lasciando ferite profonde nell’umanità.
L’Italia entra in guerra sotto la guida di Benito Mussolini nel giugno 1940, un anno dopo le altre potenze europee, al fianco della Germania nazista.
L’Italia entrò nella Seconda Guerra Mondiale il 10 giugno 1940 al fianco della Germania nazista, sotto la guida di Benito Mussolini.
L’ingresso in guerra dell’Italia comportò fin da subito un drastico peggioramento della situazione per gli ebrei residenti in Italia. Il regime infatti dopo le leggi razziali istituì numerosi campi d’internamento per gli ebrei stranieri e per quelli italiani.
Durante il conflitto, l’esercito italiano, subì numerose sconfitte in Africa e nei Balcani, richiedendo spesso l’aiuto dei tedeschi e nel 1943, con l’invasione alleata della Sicilia e il crescente malcontento popolare, Mussolini fu destituito e arrestato il 25 luglio.
L’8 settembre 1943, l’Italia firmò l’armistizio con gli Alleati, ma il paese si ritrovò diviso: il sud sotto il controllo alleato e il nord occupato dai nazisti, che instaurarono la Repubblica Sociale Italiana con Mussolini a capo.
Seguì una sanguinosa guerra civile tra i partigiani, sostenuti dagli Alleati, e le forze fasciste.
La Resistenza ebbe un ruolo chiave nella liberazione del paese, culminata il 25 aprile 1945 con l’insurrezione generale. Mussolini fu catturato e giustiziato il 28 aprile.
La guerra consegnò un’Italia devastata, ma pose le basi per la nascita della Repubblica nel 1946 e la ricostruzione democratica del paese.
Il conflitto ha lasciato un’eredità culturale profondissima, influenzando profondamente le società, radicandosi nel tessuto emotivo degli individui.
Sono ormai agli sgoccioli le generazioni che hanno potuto ascoltare direttamente i racconti di vita dei protagonisti della seconda guerra mondiale, un patrimonio di conoscenze e insegnamenti di grande valore, che deve essere preservato e trasmesso con cura.
Il trauma del conflitto ha condotto a una riflessione critica continua sulla guerra, il totalitarismo e la responsabilità individuale.
Arte, letteratura, cinema e filosofia hanno prodotto un’infinità di opere atte a generare una memoria collettiva e ad essere apprezzate, comprese ed interiorizzate generazione dopo generazione.
La Seconda Guerra Mondiale ha ispirato anche il cinema in modo profondo, dando vita a pellicole che raccontano il conflitto da prospettive diverse: dal dramma umano alla strategia militare, dalla Resistenza all’Olocausto.
Questi film non solo ricostruiscono gli eventi storici, ma ci fanno riflettere sulle conseguenze della guerra, sulle sofferenze delle persone comuni e sul coraggio di chi ha combattuto per la libertà.
Come dimenticare l’epica ricostruzione dello sbarco in Normandia de “Il giorno più lungo” del 1962, “Schindler’s List” del 1993, il capolavoro di Steven Spielberg sulla vera storia di Oskar Schindler, che salvò migliaia di ebrei, “Il pianista” del 2002 che narra la storia vera del pianista ebreo polacco Władysław Szpilman, sopravvissuto al ghetto di Varsavia.
O ancora, film memorabili come “La vita è bella”, “Bastardi senza gloria”, “Dunkirk”, storie potenti che offrono spunti di riflessione sulle sue tragiche conseguenze e sulle lezioni che l’umanità non deve dimenticare.
La letteratura, quanto il cinema, se non di più, ha svolto un ruolo fondamentale nel preservare la memoria della Seconda Guerra Mondiale, raccontandone gli orrori, le battaglie e le storie umane dietro il conflitto.
Alcuni libri offrono resoconti storici dettagliati, altri sono testimonianze dirette di chi ha vissuto la guerra sulla propria pelle, mentre altri ancora rielaborano quegli eventi in forma romanzata.
Opere cult, ma solo per citarne alcune, come “Se questo è un uomo” di Primo Levi, “Il diario di Anne Frank” di Anne Frank, “Il bambino con il pigiama a righe” di John Boyne non solo aiutano a comprendere meglio il passato, ma invitano anche a riflettere sulle conseguenze del conflitto e sulla necessità di non ripetere gli stessi errori.
La guerra del 1939-1945 continua a essere una fonte inesauribile di storie, riflessioni e studi approfonditi.
Ecco 5 nuovi libri di recente o di nuovissima pubblicazione che raccontano il grande conflitto globale o sono ambientati in quel periodo.
In questa edizione, arricchita da una nuova prefazione dedicata all’anniversario degli ottant’anni dalla fine della Seconda guerra mondiale, Beevor ci offre uno strumento unico per comprendere i sei anni che hanno cambiato il corso della storia dell’Occidente e del mondo.
Numerosi fronti di battaglia dall’Europa all’Asia, celebri protagonisti politici e militari come Churchill e Stalin ma anche le microstorie personali degli uomini che la guerra l’hanno vissuta e combattuta: sono questi gli ingredienti del ricco mosaico composto dal celebre storico Antony Beevor per raccontare il conflitto che più di tutti è venuto a definire la nostra idea di guerra. Beevor realizza un’opera documentatissima, che offre uno sguardo a 360° sulla complessità della Seconda guerra mondiale. Grazie a un solido impianto descrittivo, una scrittura lineare e coinvolgente, e approfondite testimonianze che si avvalgono di cartine dei vari teatri di scontro e di fotografie d’epoca, l’autore restituisce a una delle guerre più crudeli e distruttive che il mondo ricordi una dimensione e una verità profondamente umane.
Il libro racconta la vita di Caterina, nata tra le montagne venete e figlia della civiltà contadina di inizio Novecento, e si snoda lungo la storia d’Italia tra la fine della Prima Guerra Mondiale e gli ultimi anni del secolo. Un romanzo dalla scrittura potente che è sia la narrazione del percorso personale di Nina, donna volitiva, acuta e propria di una personalità e una sensibilità d’avanguardia, sia una cronistoria della cultura italiana e dei cambiamenti sociali ed economici del nostro Paese prima, dopo e durante la Seconda guerra mondiale. Una prospettiva intima e autentica sulla devastazione bellica, la Resistenza, le sofferenze civili e la lotta per la sopravvivenza dell’epoca.
Nel corso dei secoli, l’arcipelago di Okinawa è sempre stato conteso dalle potenze che hanno puntato al controllo del Pacifico. Il capitolo più buio nella storia di questo regno indipendente inizia nel 1879, quando viene annesso al Giappone. Nel corso della Seconda guerra mondiale, diventa un obiettivo strategico e, nel 1945, è teatro di uno scontro cruento: la Battaglia di Okinawa, un massacro nel quale la popolazione locale viene decimata sia dagli attacchi americani sia dalla follia suicida dei soldati giapponesi. Per gli Alleati, chi vive nella prefettura di Okinawa è un giapponese e quindi un nemico. Per i giapponesi, quei civili sono cittadini di second’ordine: una distinzione che emerge drammaticamente in questa opera monumentale, che racconta la Battaglia di Okinawa, l’occupazione americana, la restituzione delle isole al Giappone e l’attualità di un arcipelago che, fino agli anni Novanta, ha ospitato più del 75 per cento delle basi Usa sull’intero territorio nipponico.
È il 1945, è quasi estate, quasi tempo di pace. La Francia del sud è stata liberata ma le ferite della guerra sono ancora aperte e il terreno è pieno di insidie: sotto la sabbia della Costa Azzurra, milioni di mine inesplose intrappolano la riviera. Vincent Devailly, fuggito da un campo di prigionia in Germania, si è unito al gruppo di volontari francesi e prigionieri tedeschi che, gomito a gomito, battono le spiagge devastate per individuare e disinnescare gli ordigni: uomini come Fabien, partigiano della prima ora tormentato da un’ossessione tenace, o come Lukas, detenuto tedesco innamorato della Francia, di Baudelaire e dei poeti surrealisti. Armati di coraggio o disperazione, senza mappe né equipaggiamenti, questi artificieri procedono alla cieca, tastando la sabbia con la punta delle baionette e rischiando di saltare in aria a ogni passo. Vincent si è fatto arruolare nella squadra perché ha scoperto che lì, tra i prigionieri tedeschi, qualcuno potrebbe sapere cos’è successo ad Ariane, la donna che ama e ha amato fino alla follia e di cui ha perso le tracce da due anni – da quando, come raccontava lei nelle sue lettere, si è allontanata dalla fattoria di famiglia perché minacciata da un ufficiale nazista di stanza nel vicino castello di Eyguières. Sarà allora l’aiuto di un compagno sminatore a riaccendere una speranza nel cuore di Vincent, sopravvissuto alla guerra ma incapace di tornare a vivere senza prima conoscere la verità su Ariane.
Leningrado, estate 1941. Tatiana e Dasha sono sorelle e condividono tutto, perfino il letto, nella casa affollata dove abitano con i genitori. Una mattina il loro risveglio è particolarmente agitato: Dasha ha un nuovo innamorato e non vede l’ora di raccontare tutto a Tatiana. Ma un annuncio alla radio manda di colpo in pezzi la loro serenità: il generale Molotov sta comunicando che la Germania ha invaso la Russia. È la guerra. Uscita per fare scorte di cibo, Tatiana incontra Alexander, giovane ufficiale dell’Armata Rossa, e tra loro si scatena un’attrazione irresistibile. Ancora non sanno che quell’amore è proibito per entrambi e potrebbe distruggere per sempre ciò che hanno di più caro. Mentre un implacabile inverno e l’assedio nazista stringono la città in una morsa micidiale, riducendola allo stremo, la dolce Tatiana e il valoroso Alexander troveranno nel legame segreto che li unisce la forza per affrontare avversità e sacrifici. Con la speranza di un futuro migliore.