La tragicommedia è un genere letterario che fonde elementi di tragedia e commedia, creando un equilibrio tra il dramma e l’ironia.
Questo tipo di narrazione permette di affrontare tematiche profonde con leggerezza, mantenendo al tempo stesso una componente emozionale intensa.
Il termine “tragicommedia” deriva dal latino “tragicocomoedia“, usato per la prima volta dal commediografo romano Plauto nella sua opera Amphitruo, dove la storia di per sé drammatica del mito di Anfitrione viene trattata con disinvoltura attraverso equivoci e situazioni buffe.
La parola è una fusione tra “tragedia” e “commedia”, due generi apparentemente opposti ma che, uniti, danno vita a racconti in grado di alternare momenti di tensione e pathos a situazioni comiche e paradossali.
La tragicommedia nasce nell’antichità classica, ma diventa un genere letterario ben definito nel Rinascimento.
Durante il XVI e XVII secolo, molti autori europei sperimentarono questo genere per superare i rigidi schemi della tragedia e della commedia.
Tra i precursori della tragicommedia moderna troviamo Ludovico Ariosto con la sua Cassaria e Giovan Battista Guarini con Il pastor fido, un’opera che mescola il lirismo della poesia pastorale con elementi drammatici e ironici.
In Inghilterra, William Shakespeare è considerato un maestro della tragicommedia. Opere come Il mercante di Venezia e La tempesta combinano dramma e leggerezza, offrendo al pubblico narrazioni complesse in cui la risoluzione della vicenda lascia spazio a un senso di speranza nonostante i momenti di sofferenza.
Nel corso dei secoli, la tragicommedia ha trovato un fertile terreno di espressione anche nella narrativa.
Anche oggi, racconti e romanzi tragicomici affrontano temi seri con un tocco di cinismo e sagacia, dando vita a opere sottili, acute e al tempo stesso riflessive.
Uno degli esempi più noti della letteratura moderna è Don Chisciotte della Mancia di Miguel de Cervantes, capolavoro che racconta le avventure di un cavaliere errante che, immerso nelle sue illusioni, si scontra con una realtà ben diversa dalle sue fantasie eroiche.
L’alternanza tra momenti comici e riflessioni profonde fa di questo romanzo un modello perfetto di tragicommedia.
Nel Novecento, anche autori come Franz Kafka e Samuel Beckett hanno adottato elementi tragicomici. Il processo di Kafka e Aspettando Godot di Beckett sono opere in cui l’assurdità dell’esistenza umana viene narrata con un misto di angoscia e ironia, rendendo il confine tra tragedia e commedia ancora più sfumato.
Oggi, la tragicommedia continua a essere un genere molto apprezzato sia nella letteratura che nel cinema.
Alcuni autori contemporanei hanno saputo mantenere viva questa tradizione, offrendo storie che uniscono il riso alla riflessione.
“La profezia del povero Erasmo” è il nuovo libro di Andrea Vitali che possiamo assolutamente classificare tragicomico per la prosa brillante e il tone of voice vibrante.
La trama racconta della storia d’amore rocambolesca di Cletto Siromalli, giovane sfaccendato e squattrinato, e Gioietta Vendoli, operaia col sogno di Cinecittà che farebbe di tutto per sfuggire alla madre Castica. Appena conosciuti, lui si finge un ricco grossista mentre lei millanta una posizione sociale più elevata, bugia che sarà solo la prima di una lunga serie di imbrogli divertenti e tragici escamotage, menzogne a familiari e creditori.
Le tristi miserie quotidiane vengono narrate con brio di prosa e di linguaggio per catturare il lettore attraverso un racconto effervescente e condurlo a una visione profonda della condizione umana.
Il Cletto, ossessionato com'era, immaginò di avere qualche debito pure con la parrocchia bellanese, contratto chissà come, chissà quando, chissà perché. La successiva uscita del prevosto ne confermò il sospetto, rendendolo ancora più cupo. «Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori» citò infatti.
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Per inciso ne avrebbe avuto ben donde il sacerdote, essendogli pervenuta voce per tramite dello scaccino Bigé, informato dal soteramòrt Tombolini, che sulla terra che ricopriva i resti del povero Erasmo erano cresciuti ciuffi di quell'insalata amara tanto buona da consumare insieme a un paio d'uova sode.