C’è una linfa invisibile che scorre nelle vene delle donne forti, un vigore che non si misura in muscoli, ma in resilienza, in coraggio, in quella capacità straordinaria di rialzarsi dopo ogni caduta.
Ci riferiamo a quelle donne che non cercano applausi ma che ogni giorno combattono le loro battaglie personali e sociali, trasformano le cicatrici in simboli di vittoria e senza chiedere il permesso per essere sé stesse lasciano un segno indelebile nel mondo, grande o piccolo che sia il loro raggio d’azione.
Anche le pagine della storia e della letteratura sono pervase da figure femminili tenaci, che hanno plasmato il proprio destino con mani ferme e cuore audace e che, nel corso dei secoli, pregiudizi culturali, religiosi e sociali hanno talvolta etichettato anche come “streghe”, proprio per la loro capacità di comprensione e di non accettazione delle norme stabilite dalla società patriarcale.
Solo per citarne alcune, come non pensare a donne del passato immortali del calibro di Cleopatra, l’ultima regina d’Egitto celebre intelligenza, diplomazia e carisma, Giovanna d’Arco, una delle eroine più celebrate della storia francese, Frida Kahlo, la pittrice messicana che esplorò il tema dell’identità, del dolore e della femminilità attraverso le sue opere, o Malala Yousafzai, l’attivista pakistana nota per il suo impegno nel promuovere il diritto delle ragazze a ricevere un’istruzione?
Quali sono le piccole grandi caratteristiche che possono classificare le donne di carattere?
Le donne forti stabiliscono i propri obiettivi e lavorano duramente per raggiungerli, senza lasciarsi scoraggiare dalle difficoltà o dai pregiudizi, decidendo quando serve, senza paura di scegliere.
La capacità di ascolto, comprensione e supporto è una tra le qualità più spiccate di una donna forte. Si tratta di una capacità che nasce da una profonda sensibilità, dalle sfide affrontate, dall’intuizione e dall’attitudine a connettersi con le emozioni e le esperienze altrui che permette loro di essere emotivamente potenti e costruire relazioni significative.
Queste donne di grande tempra riflettono sempre coerenza tra i loro valori e le azioni. Guidate da princìpi come l’onestà, la giustizia e il rispetto, agiscono con rettitudine, anche quando le circostanze sono difficili o impopolari. Sono responsabili verso sé stesse e la comunità e rimangono fedeli ai loro ideali, senza troppi compromessi, incarnando un modello di moralità e forza interiore.
Sono indipendenti, le donne di carattere. Non temono la solitudine o il silenzio. Hanno fiducia nelle proprie capacità, non dipendono da nessuno per sentirsi complete e sanno quando è il momento di lasciar andare le relazioni tossiche per non sprecare troppe energie.
È la risolutezza che distingue ogni figura femminile di spessore.
La capacità di reagire al dolore e alle situazioni difficili di una donna forte è caratterizzata da una resilienza straordinaria e da una determinazione incrollabile. Non si lascia sopraffare dal pessimismo, né definire dalle proprie emozioni e utilizza ogni ostacolo sul suo percorso come opportunità per fortificarsi.
Le donne straordinarie si possono incontrare ovunque: per la strada, al supermercato, sedute al tavolo di un bar, oppure si possono conoscere dentro un libro.
Chiara Francini racconta la sua storia che è la storia di molte, “così simili ma anche così uniche e irripetibili”. Personaggio avvezzo a formidabili capriole, l’autrice si abbandona in questo libro a una trascinante confessione autobiografica, non professionale ma umana, con il romanzo di formazione di una ragazza di provincia che, imbevuta di sogni, si lancia nella vita per metterli in atto senza risparmiarsi, bruciandosi talvolta la pelle, con fatica e caparbietà. E, insieme, condivide una riflessione illuminante e profonda sulla tirannide del denaro e del potere che governa i comportamenti umani e sulla condizione di ogni donna: quella di essere sempre dilaniata fra realizzazione personale e desiderio di maternità, destinata a una felicità, per definizione, mutilata.
Miral è una bambina, quando tra le mura bianche della città di Gerusalemme le vicende dello scontro tra israeliani e palestinesi cominciano a scandire la sua vita: la morte tragica della madre, il coinvolgimento della zia in un attentato terroristico, la decisione del padre di affidarla all’accoglienza del collegio di Hind Husseini. Sarà questa donna, capace di porsi con ostinata pazienza al servizio del suo popolo, a insegnarle l’ardore della lotta politica e il coraggio di sperare nella libertà, ma anche la saggezza e la pazienza. Come l’autrice di questo libro, Miral conoscerà i pericoli dell’impegno, vedrà amici morire e altri perdersi nell’illusione della lotta armata, e come lei sarà salvata da un amore più forte, quello per la verità.
Uno strappo che sembrava impossibile da ricucire, una famiglia che nel corso degli anni ritrova la strada nella forza dei legami. Ci sono libri che ti entrano dentro, che ti accompagnano per mano nella vita di tutti i giorni e protagoniste femminili che sarà impossibile dimenticare, come Marisa. Marisa è una donna che perde l’adorata figlia Betta di 16 anni per mano di una violenza e che da quel momento in poi dovrà confrontarsi con il peso quotidiano della propria tragedia, passando prima per il dolore estremo, poi per l’apatia esistenziale e alla fine trovando la forza di affidarsi alla salvezza della cura degli affetti più veri. Una figura femminile univoca, salda, che si può solo ammirare con affezione.
Non la donna saggia e silenziosa descritta dai Vangeli, come un puro strumento nelle mani di Dio, avvolta in una misteriosa discrezione, ma la coraggiosa artefice della propria esistenza. In questo romanzo sovversivo e controtempo, uscito per la prima volta nel 1979, Barbara Alberti reinventa la storia di Maria di Nazareth e le dà la parola. È il suo io narrante, infatti, a riempire i vuoti lasciati dagli uomini che ne hanno raccontato le vicende, dipingendola come un’immagine smorta fatta di sola obbedienza. In queste pagine vibranti, Maria è una ragazzina della Galilea che conosce i segreti della natura, pensa la vita come un’avventura, insegue la conoscenza e sogna, un giorno, di fuggire lontano in groppa a un asino, vestita da ragazzo. Una donna come le altre che si interroga sul significato di una morale che costringe alla rinuncia di sé, negando all’umanità la conoscenza completa e il diritto a costruire una propria verità sul mondo.
Un’avventura che attraversa mezzo secolo, una protagonista indimenticabile che ha la forza di tutte le grandi donne. Maria Imparato è cresciuta in una casa piccola e affollata, con un albero di mandarini proprio al centro del cortile. Ha mani da sarta, una massa di capelli scuri, il corpo sottile di chi ha conosciuto la fame e il calore di Napoli che le scorre nelle vene. Quando incontra Tonino Balestrieri, la guerra è finita da poco e sognare sembra di nuovo possibile: quel ragazzo di buona famiglia, bello ed elegante, non ha occhi che per lei. Per diventare sua moglie, Maria dovrà sfidare l’ignoranza della gente dei vicoli e il pregiudizio dei quartieri alti, e infine emigrare in Brasile, con un oceano a separarla da tutto ciò che ama. Ma la miseria torna sempre a galla, come la schiuma del mare. A Rio de Janeiro, insieme a Tonino, la aspetta Severina, elegantissima e spietata, una suocera dagli occhi di serpente disposta a tutto pur di scacciarla via. Maria sa che il futuro si affronta senza paura, e per la sua libertà è disposta a lottare. Sarà il suo passato a darle la forza per andare avanti, per sfidare il destino e ripartire ancora una volta. La sua storia attraversa il Novecento come un’onda ribelle e tenace, e ci racconta una vita eccezionale, fatta di sogni, di fatica e di passione.
Con una narrazione intensa e profondamente personale, Vera Politkovskaja racconta il coraggio di sua madre, Anna, giornalista russa assassinata per aver denunciato la corruzione e le violazioni dei diritti umani nel suo Paese. Anna non ha mai ceduto alle intimidazioni, rappresentando una voce inarrestabile contro la propaganda. Vera affronta con forza il peso di questa eredità, vivendo in segreto per proteggere la sua famiglia e tramandare la memoria della madre. Questo libro è un omaggio al sacrificio di Anna e alla resilienza di tutte le donne che combattono per la verità.
Silvia Avallone intreccia le vite di due anime spezzate: Emilia, appena uscita di prigione, e Bruno, rifugiato nel remoto borgo di Sassaia. Emilia, con un passato di colpe difficili da espiare, e Bruno, segnato da ferite profonde, trovano una fragile connessione nel loro isolamento. Con la sua scrittura incisiva, Avallone esplora temi di colpa, redenzione e vulnerabilità umana, regalandoci una protagonista complessa, segnata dal dolore, ma non priva di speranza.
Marianna Ucrìa è una figura indimenticabile. Vittima di un trauma che la lascia muta, Marianna sfida le convenzioni del Settecento siciliano per costruirsi un’identità attraverso la lettura e la scrittura. È una donna che si ribella al destino impostole da una società patriarcale, trovando forza nella cultura e nel coraggio di vivere una vita autentica. Con maestria, Maraini ritrae una protagonista che illumina il cammino delle donne in lotta per la libertà personale.
Elizabeth Zott è una scienziata brillante in un mondo dominato dagli uomini degli anni Cinquanta. Combattendo discriminazioni e pregiudizi, Elizabeth trasforma persino un programma di cucina in un manifesto di emancipazione. Determinata e ribelle, la sua storia è un inno all’indipendenza e alla determinazione, una celebrazione di una donna che non si arrende mai e che riesce a ispirare tutte coloro che la incontrano, anche solo attraverso le pagine.
Con straordinaria lucidità, Oriana Fallaci affronta il tema della maternità in un monologo che ha segnato generazioni. La protagonista, senza nome e senza volto, rappresenta ogni donna che si trova a riflettere sul significato di portare una nuova vita nel mondo. Tra dubbi, paure e scelte morali, emerge una figura forte, che rifiuta ogni imposizione sociale per seguire il proprio sentire. Questo classico intramontabile celebra la forza di pensare con la propria testa e vivere secondo i propri valori.