Siamo noi, siamo in tante
Ci nascondiamo di notte
Per paura degli automobilisti, dei maschilisti
Siamo le gatte nere, siamo pessimiste, siamo le cattive ragazze.
Iniziamo così, parafrasando il testo di una delle più belle canzoni di Lucio Dalla e dell’intera musica italiana, a raccontarvi di cattive ragazze, cioè di giovani donne che sfidano le aspettative dimostrando coraggio e determinazione.
Sono donne “strane”, anticonformiste, difficili da collocare, sono coloro che la nostra Morgana preferita Michela Murgia avrebbe inserito tra le ragazze che tua madre non approverebbe.
Pensiamo ai miti, figure come le gorgoni vendicative, le matrigne crudeli o le temibili Pandore, fino ad arrivare a Elene problematiche o Eve colpevolizzate per la caduta dell’umanità.
Tutte loro rappresentano quella parte femminile che non si conforma, e per questo vista come pericolosa o deviante.
Negli ultimi anni, però, qualcosa è cambiato. Sta emergendo una nuova narrazione che ci permette di riconsiderare quei personaggi stigmatizzati.
Streghe, madri imperfette, femmes fatales, donne giudicate “pazze” o troppo passionali non sono più ragazze cattive, figure da cui prendere le distanze, ma visioni di donne autentiche: cattive ragazze.
Il lavoro di autrici come María Hesse nel suo libro Cattive Ragazze ci invita a riflettere su questa visione alternativa.
Ci mostra un modo diverso di interpretare il cosiddetto “eterno femminino”, molto più complesso, stratificato e attuale.
Spesso sono figure femminili giudicate ragazze cattive a insegnarci qualcosa di più profondo e vero rispetto alle versioni edulcorate della femminilità che ci sono state tramandate.
Ne abbiamo scelte 5, giovanissime, impudenti, sfacciate, nate dalla penna di autori che hanno raccontato donne diverse, audaci e irriverenti, pronte a sfidare le regole della società che le circonda nelle pagine dei loro romanzi.
Jo March è un personaggio ribelle e indipendente, che si distingue per il suo spirito anticonformista in un’epoca in cui le aspettative sulle donne erano rigidamente definite.
Vive in una società in cui il destino di una giovane ragazza sembra inevitabilmente legato al matrimonio e alla cura della famiglia, ma Jo non si conforma a questo ruolo tradizionale.
Fin da giovane, infatti, nutre grandi sogni di diventare una scrittrice e di vivere una vita autonoma, lontano dalle convenzioni che volevano le donne sottomesse e dipendenti dagli uomini.
Jo rifiuta l’idea che il matrimonio sia l’unica via per una donna. Non vuole sposarsi per convenzione o per opportunismo, e questa sua posizione è rivoluzionaria per il periodo in cui vive.
Nonostante le difficoltà economiche della sua famiglia e le pressioni emotive, Jo desidera una vita indipendente, dove possa realizzarsi come artista e come donna autonoma.
Un personaggio straordinariamente moderno e ispiratore, che ancora oggi continua a parlare a generazioni di lettrici e lettori.
“Piccole Donne” rappresenta “Una guida elementare allo sviluppo della consapevolezza e al valore della coscienza. Alcott ha donato vita, riso e ininterrotta speranza e determinazione alle sorelle March e, così, a ogni piccola donna della sua epoca e del tempo a venire”.
Così scrive Patti Smith nella sua toccante introduzione a questa edizione di Piccole donne.
Trasgressivo, indecoroso, scandaloso. Così fu definito, alla sua uscita nel 1847, il capolavoro di Charlotte Brontë, in cui l’eroina senza famiglia e senza soldi, intelligente e colta ma cresciuta in un orfanotrofio, osava dar voce ai sentimenti che provava per un uomo proibito, infrangendo molti divieti nel rigore dell’Inghilterra vittoriana.
Jane è un’eroina classica della letteratura femminista. Cresce in un mondo che cerca di limitarla a causa del suo genere e della sua classe sociale, ma rifiuta di essere definita da questi limiti.
Lotta per la sua indipendenza economica e affettiva e non accetta una vita che la sottometta a un uomo, anche quando è innamorata.
Ancora oggi, a oltre duecento anni dalla nascita della sua autrice, Jane Eyre è la storia di tutte le donne indipendenti che affrontano la vita con coraggio.
Questa edizione, con la nuova intensa traduzione di Bérénice Capatti, rende ancora più moderno questo romanzo senza tempo e gli restituisce l’intimità di una voce sussurrata davanti a un camino e la passione di una corsa disperata nella brughiera.
Pippa è una giovane e brillante studentessa liceale che si distingue per intelligenza, curiosità e determinazione.
È un personaggio femminile moderno e progressista che incarna molti valori legati all’indipendenza e alla ricerca della verità.
Coraggiosa e tenace, Pip non è il tipo da seguire ciecamente le regole, specialmente quando sente che giustizia non è stata fatta.
È disposta a mettere a rischio la sua sicurezza pur di arrivare alla verità. La sua tenacia e il suo senso di giustizia la rendono una giovane eroina che non ha paura di sfidare l’autorità e le convenzioni sociali.
Pip non è solo alla ricerca dei colpevoli, ma critica il modo in cui la società gestisce le indagini e tratta chi è emarginato o non ritenuto “degno” di giustizia.
Il suo viaggio non è solo esteriore ma anche interiore e riguarda il modo in cui la verità spesso richiede sacrifici personali e compromessi etici.
Mangia troppo, beve troppo, fuma troppo, ha una madre troppo invadente e incontra solo amanti egoisti o sgangherati.
Bridget Jones è una donna appassionata ed è l’incarnazione di tutte le single del mondo: perennemente in guerra contro la cellulite, tra lavori frustranti e principi azzurri inaffidabili.
Pronta a difendere il diritto di ogni donna di essere “quasi” perfetta, è il ritratto di una donna moderna che nel suo diario racconta con con humor e ironia i problemi, le speranze, le delusioni comuni a ogni donna.
Un romanzo che, uscito nel 1996, è diventato subito un fenomeno di culto e, oggi, a quasi trent’anni dalla sua pubblicazione, si è guadagnato un posto tra i classici della letteratura femminile.
Connie Chatterley è la moglie di Connors, un uomo di nobili origini rimasto paralizzato durante la Prima guerra mondiale.
La giovane donna è dunque costretta a condurre una vita triste e monotona nella nebbiosa campagna inglese, fino a quando non incontra Mellors, affascinante guardiacaccia che vive nel capanno della tenuta.
Connie, che non si è mai davvero abituata alla vita rigorosa richiesta a una nobildonna, riscopre così l’amore passionale, fisico, e inizia con l’uomo una relazione adultera.
Giudicato oltraggioso e scandaloso per i contenuti espliciti e i temi trattati, processato, censurato, proibito – infine pubblicato trent’anni dopo la morte dell’autore – “L’amante di Lady Chatterley” è oggi uno dei romanzi più famosi del Novecento, un inno all’amore e al desiderio contro ogni convenzione.